Quando non servirai più a niente e a nessuno

Le vacanze di Natale sono finite e i polli tornano al lavoro. Non importa chi tu sia o che lavoro tu faccia, che tu sia autonomo o dipendente. Oggi sei tornato a lavorare come tutti gli altri.

Quando accetti il sistema e non ne crei uno tuo il rischio è di rimanere imbrigliato nella libertà comandata. Dicembre ed agosto sono le tue valvole di sfogo da una vita che vorresti fuggire ma non sai come.

Sei pieno di debiti, ma il debito più importante ce l’hai con te stesso ed è costituito dal tempo perduto a far diventare realtà gli obiettivi degli altri, i sogni degli altri.

Quando guardo i pensionati fermi davanti ai cantieri con le braccia incrociate dietro la schiena penso che in fondo la vita è troppo breve per lavorarne i due terzi ma troppo lunga per non annoiarsi una volta che non servi più alla società. Finché rimani una brava pedina va tutto bene, il puzzle può anche funzionare seppur scricchiolando. Ma quando eschi fuori dalla scacchiera non resta che il silenzio di chi sa di non servire più.

Il silenzio di chi ha sprecato la vita a restare in silenzio

Buona giornata

Sprappi

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