Ho un legame molto intenso con la mia città natale. Sono nato a Bologna durante una nevicata molto forte alla metà esatta degli anni ’80. Non avevo neanche un giorno e qualcuno mi ha subito attaccato il raffreddore. Pesavo poco più di 4 chili e dopo qualche giorno io e la mamma siamo tornati a casa. I miei genitori erano davvero molto giovani. 24 anni mio papà e 21 mia mamma, praticamente due ragazzini.
Mio padre faceva l’agente di commercio da pochi anni e mia mamma era maestra di asilo. Io durante il giorno rimanevo con i nonni materni, che mi hanno tirato su come se fossi stato un altro loro figlio. Una storia comune la mia, uguale a quella di tanti altri bambini italiani. Specifico italiani perché siamo davvero stati fortunati ad essere nati qui, in quanto come è noto in molti posti nel mondo non se la passano altrettanto bene.
Come ribadisce spesso la mia compagna, sono nato italiano, maschio, etero, bianco e in una famiglia agiata. In questo senso sono stato davvero molto fortunato, non lo nego e non ho mai sputato nel piatto dal quale ho mangiato. Ma come si sa la vita non è mai lineare per nessuno. Anche nella mia famiglia, nonostante non siano mai mancati i soldi per la spesa, ci sono stati tanti periodi difficili, sia dal punto di vista economico che sul versante psicologico.
Da piccolo ero un bambino molto introverso e introspettivo. Anche adesso sono rimasto così nel profondo, ma diciamo che con il tempo mi sono in un certo senso stappato ed aperto al mondo esterno. I miei litigavano spesso e sia mia mamma che mia nonna materna soffrivano di depressione. E io, che come tutti i bambini ero una spugna, ho assorbito tutte queste energie negative, che negli anni mi hanno portato a problemi nervosi (per fortuna lievi e gestibili) di vario tipo.
Il me adulto è il risultato di molteplici fattori impossibili da controllare e sintetizzare. Siamo esseri complessi in tutto e per tutto. E le nostre vite sono percorsi durante i quali dobbiamo cercare di evolverci il più possibile nella maniera più sana e feconda. C’è chi pensa che se uno si occupa di mercati debba per forza essere senza scrupoli e privo di ogni tipo di sensibilità. Ma non è così.
Come ribadisco sempre i fenomeni non esistono. Siamo tutti fatti di carne ed ossa e respiriamo tutti dallo stesso cielo. Un giorno mi posso svegliare eccitato e un altro invece posso essere ansioso o stressato per qualcosa. Su internet se ne vedono di tutti i colori. Le persone fanno a gara a chi finge meglio e mostra successi e vite da sogno che in realtà non esistono. Perché siamo tutti in bilico tra il tragico e il comico, e facciamo sempre molta fatica a dare interpretazioni univoche a quello che siamo e a ciò che viviamo. L’universo è un posto davvero complesso e non c’è spazio per i fenomeni.
Come scrisse il grande Totò, la morte è una livella. Non importa chi tu sia stato in vita. La morte alla fine metterà tutti sullo stesso identico piano. Quindi invece di seminare tempesta dovremmo cercare di fare proliferare l’unione e l’amore. Le cose più importanti della vita non si comprano con i soldi. Puoi comprare il corpo di una donna, ma non il suo amore. Puoi acquistare una macchina a tuo figlio ma non il suo rispetto per te.
La mia vita non è per nulla perfetta, anzi. La mia vita è un vero casino come quella di tutti gli altri. E non ho bisogno di mostrarmi diverso da quello che sono. Vado bene così, anche se ho la pancia e i peli sulla schiena, anche se non sarò mai perfetto come i falsi divi depilati di facebook. Sono cresciuto con altri valori e ne vado fiero. E la mia non sarà di certo stata la migliore famiglia del mondo. I miei avranno fatto i loro errori, ma li hanno sempre fatti in buonafede e mai per ferirmi o danneggiarmi.
Sono stato un bambino fortunato perché ho sempre ricevuto amore, affetto e comprensione. E quello che sono oggi lo devo soprattutto a loro, i miei cari. Che perfino con i loro errori ingenui mi hanno permesso di essere oggi quello che sono. Con tutti i miei difetti, con tutte le mie contraddizioni.
Buon fine settimana a tutti
Vittorio
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