La Fantastica Storia del Mio Disegno Blu

Avevo 7 anni e mezzo e appena iniziato la seconda elementare. Ci chiesero di disegnare un paesaggio. Avevo dei compagni di classe che sapevano fare tutti i personaggi Disney a memoria e che erano davvero bravissimi. Disegnarono paesaggi realistici perfetti. Sole giallo, prato verde, cielo azzurro, maialini rosa e il becco di Paperino rigorosamente arancione. E poi c’ero io, che non ho mai saputo disegnare bene, ma che ho sempre avuto una grande fantasia. Disegnai lo schizzo a matita del mio paesaggio e lo colorai. Tutto di blu. O almeno, di 6 blu tutti diversi. Uno per ciascun elemento del disegno. Morale della favola: tutti i disegni della classe appesi, il mio no. Insufficienza in disegno. A 7 anni.

A distanza di trent’anni ho capito che in quel disegno c’era già l’essenza di tutta la mia vita. In quell’occasione la mia maestra (che viste tutte le madonne che le ho tirato contro starà sicuramente bruciando tra le fiamme dell’inferno) non aveva capito la mia creatività. E di episodi simili legati alle scuole ne avrei tanti altri, come quella volta che alla gara di disegno alla lavagna feci uno stura cessi. Ovviamente non vinsi la gara e presi un unico voto di preferenza su venticinque. Era una mia compagna di classe, mia prima e unica anarchica ammiratrice.

La scuola taglia spesso le ali ai bambini. E chi ha la predisposizione ad essere diverso dalla massa rischia davvero di venire ingiustamente emarginato. La vita mi ha poi insegnato che non è colpa neanche degli insegnanti, che a loro volta sono stati educati da altri insegnanti didascalici e di frequente molto sterili in quanto creatività. Come sempre è il Sistema ad andare a processo. Un paese di diversi sarebbe un paese ingovernabile. E così milioni di bambini vengono dogmatizzati dal pensiero unico. Nessuno deve disegnare fuori dai bordi ed il migliore è chi ripete tutto a memoria e rispetta le regole dalla A alla Z.

Il discorso è semplice. Il cosiddetto primo della classe secchione altro non è che il modello a cui aspira il sistema. Tutti devono imitare il primo della classe in modo da diventare in massa delle api operaie perfette, disciplinate e rispettose delle regole. La società vuole che tutti vedano il paesaggio allo stesso modo. Perché così gli individui sono più prevedibili nelle loro azioni, nel loro pensiero e di conseguenza nelle loro vite.

Se vuoi essere libero dal Sistema ti devi sporcare le mani e cominciare a pensare ed agire molto aldilà di come ti hanno insegnato. Perché il mio disegno blu era in fondo il più bello di tutti. Ed il mio stura cessi in gara la chiave per aprire le porte del mio piccolo ma denso universo creativo.

 

Statemi alla grandissima
Vittorio
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