Il più grande miserabile è il dipendente. Il più sfruttato, il più spremuto, il maggiormente preso per il culo. Il dipendente, colui che si vende per qualche euro all’ora a qualcun altro, è il deflorato per definizione. Il grande fottuto dal sistema.
E non importa quanto guadagni. Il solo fatto che tu stia un terzo della tua vita schiavo di qualcun altro è sufficiente per fare di te il più ignobile inculato a sabbia dell’intero pianeta.
Un terzo dormi. Un terzo lavori. Due ore ti sposti. Il resto lo passi con l’ansia dei tuoi problemi e con le rogne familiari. E’ la cruda realtà, sei in trappola. Non hai possibilità di mossa. Sei un giocatore di scacchi che ha venduto le sue pedine per dei grossi e ruvidi cazzi in culo.
In Italia poi gli stupendi sono bloccati da almeno 25 anni. Mettici anche l’euro che ha impoverito il paese da fare schifo e il quadretto inculatorio è perfetto.
Solo tra il 2018 e oggi abbiamo avuto un 20% di inflazione. E il tuo stipendio non è cresciuto di un centesimo.
Come pensi di venirne fuori? Credi che allo stato e alla politica freghi qualcosa delle tue miserie, dei tuoi ridicoli problemucci economico-esistenziali?
Io me ne fotto perché ormai sono da un pezzo dall’altra parte della staccionata. Ma tu, il mio caro coglioncione miserrimo, tu sei tra le pecore sacrificali. Adesso ti danno da mangiare appena quanto ti basta per non farti morire. Ma appena sarà il momento giusto ti infileranno un bel palo oliato dal buco del culo alla bocca e ti faranno arrosto.
Grandi risate. Io mi faccio immense risate. E sulle minoranze e sul politicamente corretto ci cago allegramente sopra.
Più miseria, ignoranza e catene a te. E più divertimento a me.
Baci pezzente
Vittorio
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