Il primo amore non si scorda mai, è vero. Ma di sicuro anche il primo dolore. Domani saranno tredici anni dalla morte di mio nonno materno, nonno Mario. Lui è stato per me davvero un secondo padre. Mi ha insegnato tanto quando ero adolescente e mi ha voluto un mondo di bene da quando sono nato.
A livello astratto è semplice filosofeggiare sulle fatalità della vita e le sue inesorabili regole. Poi però quando le situazioni ti coinvolgono in prima persona cambia tutto. La razionalità va a farsi benedire, e resta solo il tempo per una lacrima di più, e per capire che viviamo tutti sotto lo stesso cielo. E che in fondo il nostro tempo è l’unica cosa che ci appartiene davvero. Non i soldi in banca, non il successo dettato dal riconoscimento altrui, non da tutti quegli utili seppur inutili oggetti di cui ci circondiamo. Il tempo è la nostra vita ed è sempre bene berlo a piccoli sorsi e goderselo appieno, attimo dopo attimo.
Da nonno Mario ho imparato tanti valori. L’importanza dell’onestà e della bontà nella vita, quel sentimento che ti porta a donare agli altri senza pretendere nulla in cambio. Perché un sentimento non si baratta, un sentimento si dona e basta. Da lui ho poi imparato ad affrontare le prime curve in macchina e nella vita. Perché la vita non è mai un semplice rettilineo, ma un percorso tortuoso e irto di ostacoli. Ma nonostante tutte le avversità è sempre molto piacevole guardarsi attorno per ammirare un bel paesaggio o assaggiare una buona torta.
Il nostro mondo è quello che ci creiamo noi, è quello che siamo nel profondo. E nonno Mario lo sapeva bene. Lui che era stato vent’anni lontano dalla famiglia per motivi di lavoro. Vent’anni a vedere la moglie dal sabato sera al lunedì mattina. Una vita in eterna trasferta. E mia nonna, a casa da sola, con tre bambini da tirare su, pochi soldi e senza nessuno che la potesse in qualche modo aiutare o anche solo rincuorare, nei momenti più bui.
Ma poi i tempi oscuri sono passati e nonno Mario è tornato a stare con la famiglia. All’alba dei loro sessant’anni i miei nonni hanno avuto modo di viaggiare e di togliersi quegli sfizi che la giovinezza gli aveva sempre negato. Perché la vita restituisce sempre il seminato, e chi ha la forza di piantare amore anche nella tempesta, un giorno raccoglierà i frutti più dolci dell’esistenza.
I nostri anziani sono dei veri e propri monumenti dell’umanità. E li dobbiamo conservare e preservare nel migliore dei modi, sia nella loro integrità materiale che nei lasciti spirituali che rappresentano.
Il mondo non lo ereditiamo dai nostri genitori, ma lo prendiamo in prestito dai nostri figli. E nonno Mario lo sapeva bene. Lui, che ha sempre amato la famiglia come un’urna sacra da proteggere dal mondo. Lui, che ha sempre rispettato gli altri ma non ha mai abbassato la testa con nessuno. Lui, che mi ha guidato a scavare in me stesso per tirare fuori il meglio.
A nonno Mario, che mi ha insegnato che il valore di un uomo non risiede nel suo portafoglio ma nella profondità dei suoi sentimenti.
Buon fine settimana a tutti
Vittorio
trading.assistenza@gmail.com
E’ stato molto bello e profondo leggere quello che hai scritto.
Tuo nonno sarà stato sicuramente una persona molto saggia, un compagno perfetto, un padre da invidiare e un nonno sublime!
Mi ha fatto piacere leggere il tuo scritto in quanto rivedo a tratti il carattere di mio padre, ormai da anni andato a miglior vita in modo particolare quando parli di onestà.
Mio padre era una persona estremamente gentile,,, ripeteva sempre: “la cortesia non costa denaro”, ed aveva un rispetto per il prossimo maggiore più di quello per se stesso…e questo a volte, non va bene…
Grazie per aver ricordato ai più distratti quali sono i veri valori della vita….
Grazie con un caro saluto.
alessandro
Grazie a te Alessandro, per avere condiviso con noi questi tuoi preziosi pensieri.
Buona serata
Vittorio