All’inizio di marzo del 2009 mio nonno materno, nonno Mario, morì all’età di 76 anni stroncato in nove mesi da un raro tumore maligno al colon-retto. Era come un secondo padre per me. Non ho mai versato una lacrima, forse per pudore, ma più probabilmente per eccesso di dolore.
Era un uomo davvero speciale, un uomo di un grande cuore e una grande generosità. Molto attaccato alla famiglia, una sorta di don Corleone, ma senza mafia. Non ti starò a fare una lista di tutte le virtù e i difetti che aveva, non voglio certo scrivere un necrologio a distanza di tanti anni. Non mi piace il culto dei morti, preferisco quello dei vivi.
Quello però che posso dire è che da lui ho imparato molto. Nonno Mario aveva passato la vita a girare per l’Italia come agente di commercio. Per più di trent’anni ha visto la famiglia meno di due giorni a settimana. Una vita in eterna in trasferta. Mia nonna, quella che fuma da 72 anni, sua moglie, ha tirato su tre figli praticamente da sola. Una vita di sacrifici, una vita per la famiglia e per il lavoro.
Una vita di merda.
Bisogna fare attenzione a prendere delle decisioni importanti. L’effetto farfalla è sempre dietro l’angolo. Ma aldilà delle scelte masochistiche che fecero i miei nonni, una cosa buona l’hanno scelta. Scelsero di non avere mai debiti cattivi con le banche, scelsero di andare avanti con calma, senza fretta e proporzionalmente alle possibilità che avevano.
Oggi si fa presto ad ottenere una carta di credito. Le finanziarie, soprattutto se sei un dipendente, non vedono l’ora di fare usura sul tuo tempo, sulla tua vita. Mai indebitarsi per spendere, ma solo per investire. Questo è un mantra che mi porto addosso da quando ero adolescente.
A conti fatti, mio nonno di tutta la sua vita si è goduto soltanto 15 anni. Ma ormai era già vecchio e pensionato. Non è mai stato libero di viaggiare, di conoscere il mondo liberamente. Adesso è morto e tra un paio di generazioni nessuno saprà mai più chi era, le fatiche che ha fatto, i sogni che aveva e cosa aveva dentro.
La vita va avanti e quello che conta davvero è godere del proprio tempo quando c’è. Se aspetti il domani, con le sue incertezze e le sue potenziali insidie, stai giocando con qualcosa più grande di te, stai facendo la roulette russa con la vita.
Questa è la storia di mio nonno, ma potrebbe essere la tua storia. Non gliene frega niente a nessuno se da vivo sei stato buono e generoso. Non gliene frega una nulla a nessuno se hai sacrificato il tuo tempo per la famiglia, il lavoro e sei stato sempre una persona per bene.
Quando sei morto sei morto.
E può succedere tra cento anni. Ma può succedere anche domani. E allora, negli ultimi istanti di vita, se non avrai goduto, non avrai neppure il tempo per invocare la resurrezione al tuo impotente dio da Viagra. Non ci sarà più tempo, non ci sarà più spazio.
Solo il vuoto, solo un eterno ed inesorabile silenzio. E l’eco dei tuoi parenti che litigheranno per i quattro spicci che hai lasciato.
Buona giornata
Sprappi
Ciao Vittorio come va ? spero bene. gran bell’articolo di insegnamento di vita e delle realta’ specialmente dei ns. nonni fatta di sacrifici e poca liberta’.
Dobbiamo cercare di sfruttare il ns. tempo nel migliore dei modi ed e’ invere mai indebitarsi per spendere ma solo per investire .
Ciao al prossimo post e buon ferragosto tuo amico leonardo
Ciao Leonardo, qui tutto bene. Tu come te la passi? Grazie come sempre per i tuoi saggi e sinceri interventi. Cari saluti.
Buona serata
Vittorio
Ciao Vittorio, anche io posso dire pressapoco le stesse cose dei miei nonni e credo che questa storia sia comune a moltissime persone…
Che ci vuoi fare, alla fine loro, non avevano poi nemmeno tutti i torti….altri tempi, altre usanze, molte possibilità che abbiamo noi oggi semplicemente non esistevano…
Direi più che la colpa ce l’abbiamo noi, se non facciamo niente per sforzarci di cambiare la nostra situazione, pur avendo i mezzi e le comodità moderne!
Perchè una volta che cala il sipario…game over!
Ti auguro un buon inizio Agosto, un saluto e alla prossima!
Ciao Stefano, la possibilità di speculare ed emanciparsi l’avevano anche i nostri nonni. Il nostro sistema economico occidentale fonda le proprie radici nelle banche medievali. Il problema in fondo non è tanto la disponibilità di mezzi quanto la programmazione delle menti.
Buona giornata
Vittorio