Provo sempre molta compassione per chi si vanta di essere stato assunto come dipendente a tempo indeterminato. Spesso questa circostanza va di pari passo con l’acquisto di una casa, di un matrimonio e col cagare qualche marmocchio. Forse però più che compassione la mia è proprio pietà.
La tua libertà ti viene pagata 1.500, massimo 1.800 euro al mese. E per tutta la vita non guadagnerai di più, anche se sei uno statale. Poi ovviamente ci possono essere delle eccezioni, ma in quanto tali confermano sempre la regola: se sei un dipendente fondamentalmente sei un poveraccio.
Il sistema è strutturato per dare da mangiare a tutti e dare a ciascuno l’illusione della ricchezza e dell’abbondanza. Dico illusione perché quando rogiti casa con un mutuo la proprietà non è tua finché non hai pagato l’ultima rata. Prima di questo momento la banca è sempre in tempo a portartela via con un pignoramento. Lo stesso vale per tutto i mini o micro debiti che il poveraccio contrae con le carte di credito.
Per non parlare poi dei prestiti tramite finanziarie. Quelli sono i peggiori e spesso rasentano i limiti dello strozzo. Magari vuoi andare in vacanza e non hai i soldi. Sei dipendente e prendi in prestito 10.000 euro. Li restituirai in cinque anni al modico prezzo del tuo sangue e della tua libertà futura.
Il meccanismo è semplicissimo. Ti danno l’illusione della libertà oggi per avere anni e anni di schiavitù domani. Per farti quindici giorni di viaggio la prossima estate sarai bloccato finanziariamente per cinque o dieci anni. E se in quel periodo dovrai affrontare qualsiasi tipo di imprevisto, che nella vita di tutti può accadere, sarai praticamente fottuto.
Vivere in questo modo mi ha sempre fatto molta paura. Il tuo futuro in mano a una banca o a una finanziaria. E’ il desiderio che si concretizza a spese della tua intera vita.
Conosco trentenni miei coetanei che hanno fatto mutui a trent’anni per comprarsi casa. Magari guadagnano 1200 euro al mese e di questi ne impegneranno il 40% per trent’anni per pagare il mutuo, ovvero poco meno di 500 euro. Questo vuol dire che dovranno vivere tutta la vita facendo affidamento solo sui 700 euro rimanenti, che dal mio punto di vista sono una miseria. Senza parlare poi della possibilità di perdere il lavoro, di finire in cassa integrazione. Allora sì che saranno chèzzi! (alla Lino Banfi)
La realtà è che è il sistema che ti affama. L’Italia è uno degli otto paesi più forti economicamente del mondo. Il reddito medio lordo pro capite è di 30.000 euro. Di questi circa la metà li dai allo stato sotto forma di tasse dirette e indirette. Te ne rimangono se ti va bene 18.000. Che sono sempre quei maledetti 1.500 euro al mese.
1.500 euro al mese con i quali farai una vita misera e da fame e con cui ti ci puoi spazzare allegramente il culo ogni 15 del mese.
L’idea che lo stipendio fisso sia un porto sicuro per la tua vita è una mera illusione, non cascarci. Se poi hai moglie e figli a carico direi che sei assolutamente finito. Game over (inglese), se acabò (spagnolo), fein (tedesco). E non sto esagerando. Passerai tutta la tua esistenza con la bava alla bocca, invidiando quel tuo collega che leccando per bene i culi riesce a portare a casa cento euro in più al mese.
Le soluzioni per uscire da questo girone dantesco ci sono ma sono drastiche. Innanzitutto nella vita sarai tanto più libero quanto più accetterai il “fattore incertezza”. E’ vero, se sei libero professionista potresti anche passare dei mesi senza guadagnare nulla. D’altro canto, potenzialmente non hai limiti di guadagno. Nessuno ti limita il reddito e nessuno dà un valore fisso, prestabilito e immutabile al tuo tempo e alle tue capacità. Mica poco!
Più accetterai la “componente imprevedibilità” della vita e maggiormente sarai libero. E questa non è una mia opinione, se ci ragioni bene è un dato di fatto. Di contro, più cerchi sicurezza e più ti impoverisci diventando schiavo delle tue stesse decisioni.
Il posto fisso è una trappola, mettitelo in testa. Oggi non costituisce alcun tipo di vantaggio, se non quell’elemosina che ti ostini a chiamare stipendio.
Gli anni passano e tu sei sempre più fallito e irrisolto. Possibile che non te ne rendi conto? Non hai tanto tempo per cambiare radicalmente la tua vita. Ma per farlo devi estirpare le radici velenose che imprigionano la tua misera quotidianità.
Il fallimento non è provarci e non riuscire. Il fallimento, quello vero, è dato dal non provarci affatto.
Buona quarta settimana a tutti i poveracci
Sprappi
Il Segreto dei Market Movers