Spesso mi contattano aspiranti trader che hanno fatto mille corsi, magari anche di qualità, ma che non riescono ancora a trovare la quadra. Individui anche ben formati, che avrebbero tutte le carte in regola, ma che fanno fatica ad ottenere risultati. Accendono la piattaforma e parte il panico. Al centro di tutto c’è il fatto che gli manca un piano, una programmazione.
Fare click su compra e vendi lo fa anche il mio gatto, e più compulsivamente di me. Alla base dell’agire in ambito finanziario ci deve sempre essere la ragione e un controllo del rischio più che maniacale. Di per sé la presenza di un pattern grafico può voler dire tutto e niente. Il contesto in cui si va a strutturare l’operazione è fondamentale. Spesso scarto figure molto belle perché non rispettano i miei criteri. E ti dico, questo accade la maggior parte delle volte che vedo una figura.
Contestualizzare. La qualità del trader vincente è quella di avere, a colpo d’occhio, uno sguardo d’insieme che gli fa dire: “Si cazzo, entra, è questo il tuo stramaledetto trade!”. Poi magari vai in stop, ma tu hai fatto tutto quello che dovevi fare. Che non è prevedere il futuro, ci mancherebbe. Ciò che ti riguarda è rispettare il piano che ti sei dato. Ma se questo piano non ce l’hai, cosa diavolo puoi rispettare?
L’alternativa è procedere guidati da un cieco impulso autodistruttivo di pancia. E così, amico mio, ti puoi solo fare male. Forse un trader su un milione riesce a guadagnare così, e di sicuro nella sua carriera ha passato davvero dei brutti momenti.
Incertezza controllata, ecco la mia medicina. I mercati sono incerti, come il mare per i naviganti che si prestano ad attraversare un oceano. Non puoi sapere che condizioni avrai e se ti andrà tutto bene. Ma tu hai le tue regole, il manuale del perfetto marinaio in tempi di uragano. Acceleri quando c’è bel tempo e il giusto vento, tiri il freno quando non è il caso di rischiare.
Ripeto, il contesto. Esempio. La figura è bella ma la volatilità è troppo elevata per il mio conto, evito; stop troppo largo, evito; il pattern è long ma ho un accumulo poco sopra, evito; e così ad oltranza, finché non trovi riunite tutte le condizioni che rispettano ciò che cerchi.
Ma cosa voglio davvero dal mio trade? Supponiamo di volere andare long. Voglio che tra il mio ingresso e il mio stop ci sia qualcosa di importante, magari un grosso accumulo che mi protegga statisticamente da eventuali cacce agli ordini. Inoltre voglio che sopra il mio ingresso ci sia strada spianata, senza delle resistenze che mi potrebbero buttare giù il prezzo.
Cerco quindi protezione da una parte e via libera dall’altra. Vicino al mio ingresso cerco un accumulo e sopra voglio che ci siano magari dei vuoti o delle inefficienze marcate da recuperare. Tutto questo indipendentemente dal tipo di strategia, se in trend, controtrend o qualsivoglia situazione.
E’ inutile una bel viso se poi quando si strucca è un sacchetto di vomito.
Pianifica, contestualizzazione, lucidità, controllo e serena accettazione della componente ineliminabile di rischio insita nel mestiere. Non ti andranno tutti bene i trade, è impossibile. Anzi, soprattutto all’inizio della tua carriera potresti subirne tanti di stop. Ma tu non badare e vai avanti.
Sii calabrese, abbi la testa dura come il marmo. Non ascoltare nessuno, vai avanti per la tua strada. Prosegui, continuando a sbagliare, studiare e crescere…sbagliare, studiare e crescere.
E’ una ricetta vincente, che fortunatamente pochi, prevalentemente per motivi di ego, non vogliono o non riescono ad accettare e mandare giù.
Buona medicina a te, trader vincente del futuro. Ce la farai.
Vittorio
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