All’inizio il trading per me non fu affatto facile. Niente nella vita è regalato e a maggior ragione qualcosa in questo meraviglioso seppur insidioso mestiere.
Noi italiani siamo un popolo di grandi scommettitori. Si scommette su tutto: cavalli, macchine, poker, eventi sportivi e politici, finanche sugli eventi mondani.
Questo porta noi del belpaese a percepire per natura qualsiasi attività legata alla probabilità come una sorta di cabala dominata sempre e comunque dalla dea bendata fortuna.
Quando iniziai a fare trading la prima impressione che ebbi su me stesso è che fosse un vero e proprio gioco d’azzardo. Sentivo dentro di me affiorare lo spirito di rivalsa ad ogni perdita e cadevo spesso e volentieri in quello che oggi conosco come overtrading.
Non fu facile uscirne. Avevo pochi soldi al tempo e a causa dei miei errori ne avevo persi una discreta percentuale. Mi fermai per diverse settimane per riflettere sui motivi profondi che mi portavano a fare trading con violenza ed indomabile istinto.
Pian piano venne fuori tutto. Il vaso di Pandora era stato aperto, frantumato in mille pezzi.
Ansie, paure, incertezze, timidezze e chi più ne ha più ne metta. Quel periodo lo ricordo come una vera e propria Epifania psicologica.
Avevo capito che il mio modo di fare trading era lo specchio delle mie debolezze più profonde. Ci voleva un cambiamento. Ma cambiare non è né facile né immediato. Non volevo e non potevo aspettare.
E allora, in un pomeriggio tiepido e frizzante di metà primavera, mi venne in mente l’idea che cambiò il mio modo di operare, per sempre.
Cominciai a recuperare gradualmente le perdite.
Ma più recuperavo e più sentivo il loro fiato sul collo.
Più battevo i mercati e più mi stavano a guardare.
Tutto accadde all’improvviso, quando mi arrivò una lettera anonima scritta a mano su cartoncino.
A pensarci oggi mi vengono ancora i brividi. Era arrivato il momento di fare qualcosa di importante, qualcosa che sarebbe potuto sopravvivere anche alla mia persona.
Qualcosa che mi avrebbe potuto eternizzare.
Buon fine settimana
Sprappi
Ottimo articolo vittorio effettivamente la cosa più difficile e superare le ansie e le paure tutte quelle emozioni che possano portarti a commettere errori durante l operativita
Il trading come arte richiede sia sensibilità che indifferenza. Il grande paradosso della finanza.
Mi consola sapere di essere stato anticipato,
di non essere l unica vittima dell overtrading…
dovrei quindi avere speranze.
La speranza è l’ultima a morire. A parte se anche lei va in overtrading.