Il Presente come Intervallo Infinitesimale di Consapevolezza

Quando guardo indietro al me ventenne non posso che provare una certa tenerezza. A vent’anni ero un ragazzo tutt’altro che spensierato. Ero pieno di ansie, soprattutto di ansie da prestazione. E’ un programma che ci installano sin da quando siamo bambini ed è molto difficile da estirpare.

Oggi, col senno di poi, sono riuscito ad eliminare da me qualsiasi elemento di competizione. Non mi piace essere in continua competizione col mondo, e non desidero dovermi dichiarare a tutti i costi competitivo.

E’ una delle malattie dell’umanità contemporanea. Il desiderio di sentirsi migliori degli altri, di scavalcarli e spesso con violenza travalicarli.

Io oggi me ne sto bene a casa mia, con la mia compagna e il mio gatto. Non ho bisogno di mettermi giacca e cravatta per sentirmi più bello, né comprarmi scarpe firmate per mostrare agli altri che sono ricco.

La ricchezza risiede dentro di me, non fuori. Chi vive di sola esteriorità rimane tutta l’esistenza in superficie, magari senza mai neppure domandarsi se esiste un “di sotto”.

Questo blog l’ho creato prima di tutto per me, per tenere un diario della mia quotidianità. Proprio quella che spesso e volentieri perdiamo nel corso del tempo. Di noi rimangono negli anni solo gli eventi importanti, ma la vita vera si vive giorno dopo giorno nelle abitudini, nei dettagli e nei piccoli gesti.

Il mio presente non è ciò ce faccio mentre aspetto il futuro.

Il presente è la mia vera vita, non la proiezione immaginaria delle sue possibilità.

Buon fine settimana

Sprappi

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