Se le automobili andassero ad ignoranza, se ne farebbe tanta di distanza!
Uno dei miei bisnonni era scrittore di zirudelle. Queste sono dei componimenti rimati in dialetto bolognese, solitamente dallo stile ironico e che spesso racchiudono un arguto finale morale.
Ignoranza. Davvero una brutta bestia. Direi uno dei peggiori cancri della nostra epoca. Perché più che in ogni altro periodo della storia umana, oggi per essere davvero ignorante devi volerlo, in quanto abbiamo a portata di mano tutta la conoscenza del mondo ed in moltissimi casi anche gratuitamente.
Certo, siamo tutti ignoranti a livello relativo. Uno non è che può sapere tutto di tutto. Infatti non parlo di quel tipo di ignoranza contrapposta ad una conoscenza enciclopedica, didascalica.
Parlo di qualcosa che risiede più nel profondo. Qualcosa di più legato alla consapevolezza ed alla evoluzione personale, sia materiale che spirituale, come esseri umani.
L’italiano medio-basso percorre la propria vita in povertà ed automatismo. Ha la stessa passività di una pecora incapace di ribellarsi al pastore che la incula quotidianamente. E continua la sua routine, con le emorroidi che gli arrivano ai talloni e una vita sempre più dura che non sa gestire e che non può migliorare.
La vita costa sempre di più e il poveraccio stringe sempre di più la cinghia. La prostituzione, ecco la soluzione. Dare via, sul mercato dei papponi, tutti i culi della famiglia. Dal momento che la vita te lo rompe in ogni caso, tanto vale trarne profitto. “E poi al giorno d’oggi un culo vergine vale tanto oro quante pesa” – pensi mentre cominci un’altra inutile e massacrante giornata della tua vita.
Lavorare non è la risposta alla povertà. Oggi come oggi i più poveri sono proprio quelli che lavorano di più. Più lavori duramente e più è probabile che tu sia un miserabile.
Il lavoro non nobilita proprio un cazzo di niente. Il lavoro stanca, invecchia, erode la gioventù e uccide. Lavorare solo per i soldi fa schifo, ecco la verità.
Alzati dalla tua fottuta sedia, vai allo specchio e sputati in faccia. Ti piace davvero il tuo lavoro o lo fai perché sei costretto a portare a casa dei quattrini? Sei dentro ad un loop, ad un circolo vizioso e non riesci ad uscirne. Hai mille spese diverse e quando credi di avere messo via cinquanta euro arriva puntuale come la morte l’ennesimo imprevisto che ti risucchia anche i maroni.
I tuoi figli crescono e hanno bisogno di tutto. Tua moglie è rassegnata ad un lavoro da cassiera a 800 euro al mese. Fa 120 chilometri ogni giorno per andare e tornare. E’ invecchiata anche lei, ormai ha le tette che sembrano le orecchie di un cocker e quando viene a letto la sera puzza come solo una donna in menopausa sa puzzare.
E anche tu non scherzi. Sei un bidone di merda che per non fare mancare niente alla sua famiglia si sveglia alle 4 di mattina tutti i fottuti giorni. Fai così schifo che dopo avere cagato è la merda che tira lo sciacquone e ti scarica nel cesso. Sei un verme vertebrato caga-spiccioli.
Poi ti viene un’idea. Come un’illuminazione divina pensi che i mercati siano la soluzione.
“Il trading mi salverà!” – pensi entusiasta mentre scopi svogliatamente quel cesso, quel barile di sterco che chiami moglie.
Ma la realtà è che se sei povero come uno stronzo e fai trading, alla fine della fiera diventerai probabilmente ancora più povero di prima. Se prima mangiavi merda a colazione, dopo sarai campione del mondo di nuoto nella merda.
Per fare trading ci vogliono almeno due fattori necessari ma non sufficienti: la conoscenza e il denaro. Pensare di sistemarti la vita con un conto di trading da mille euro è una cosa incredibilmente idiota. Meglio che spendi quei soldi per andare a puttane. Così almeno per una volta ne chiavi una decente.
Se non hai denaro l’unica cosa saggia da fare è studiare, studiare, studiare e studiare. Perché se sei povero e pure ignorante allora in questo mondo altamente competitivo non avrai speranze. Ma se ti formi e fai crescere la tua persona è facile che prima o poi ti verranno le idee per uscire una volta per tutte da quella specie di fogna che adesso chiami la tua vita.
Non mollare, non mollare mai. Prima o poi la stitichezza esistenziale passerà e tu sarai finalmente una bovazza secca pronta a spiccare il volo nel cielo degli stronzi che ce l’hanno fatta.
Buon fine settimana
Vittorio
trading.assistenza@gmail.com