E’ molto triste oggi guardarsi attorno.
Milioni di persone in Italia che affrontano ogni giorno la vita come una battaglia all’ultimo sangue. Ragazze e ragazzi molto giovani ma anche adulti in età ormai avanzata che lottano quotidianamente nel tentativo di sopravvivere. Perché è proprio di questo che si tratta. Sopravvivere, non vivere.
Ieri sera passeggiavo per Piazza Maggiore con mio padre e ho visto un gruppo di ragazzi seduti per terra, con l’aria molto stanca e gli sguardi persi nel vuoto. Non erano senzatetto, e neppure barboni o punkabbestia. Ma rappresentanti dei nuovi poveri, uno degli emblemi più eloquenti della nostra società perversa. Erano i cosiddetti rider. Persone che fanno consegne in bicicletta a domicilio per pochi spiccioli e con qualsiasi condizione atmosferica.
Non è colpa loro, è il sistema che è profondamente malato e incredibilmente tossico. Malato perché paradossalmente i nuovi poveri italiani hanno tutti un lavoro, che però è molto male remunerato. Queste persone vengono pagate troppo poco rispetto al costo della vita presente nel luogo in cui vivono.
Venti, venticinque euro per otto ore di lavoro. Disumano. Posti letto in camere doppie che costano non meno di 350 euro al mese. Salvo per coloro (pochissimi) che riescono ad ottenere una posizione dirigenziale, in Italia i lavoratori dipendenti sono sfruttati e sottopagati da fare veramente schifo.
E’ poi assurdo lavorare 40 ore a settimana anche per i tanto osannati 1.500 euro al mese. Perché è di questa cifra che stiamo parlando. E’ questo il compenso di chi è più “fortunato” e ha un posto fisso da statale. Chi lavora nel privato e magari ha contratti a tempo determinato o addirittura a chiamata se la passa molto, ma molto peggio. 40 ore a settimana per 1.000 euro scarsi, molto scarsi.
Le aziende si arricchiscono sempre di più e senza una seria regolamentazione i lavoratori dipendenti saranno sempre più poveri col passare del tempo.
Desiderare di fare il dipendente in Italia significa credere di trovare un distributore di Coca Cola in mezzo al deserto. Non esiste il benessere e la libertà con un misero stipendio fisso. Ma la colpa non è certo di chi lavora. No. La colpa, la vera responsabilità è del sistema e prima ancora della classe politica e dirigenziale incompetente, capace solo di mangiare a spese dei cittadini. Una popolazione poi formata da un sistema scolastico degno dei dinosauri e per nulla capace di preparare i giovani alla vera vita, che di certo non è quella tra i banchi di scuola.
Se hai una passione, qualsiasi passione, non sto parlando nello specifico di trading, coltiva quella passione. E cerca di farla diventare una delle tue fonti di reddito. Dico una delle tue fonti perché oggi è sempre meglio diversificare i guadagni. Perché i mercati e la vita sono imprevedibili, ma le spese per mantenere la famiglia ci sono tutti i mesi e sono certe.
Prova a concentrarti su ciò che avevi magari accantonato per sempre nel cassetto dei tuoi desideri, e pensa al fatto che i mercati e i possibili guadagni là fuori sono infiniti. Basta solo mettersi in gioco. Perché oggi il dipendente rischia quanto, se non di più, dell’imprenditore. In gioco c’è il tuo tempo e quindi la tua preziosa vita.
Una vita inestimabile che si sta consumando a battiti di 5 miseri euro all’ora.
Buona settimana e un abbraccio a tutti
Vittorio
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